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martedì 25 settembre 2012

Come la nascita di un "cucciolo" può cambiare la vita: la storia di Laura

E dopo tanto dolore…ecco il mio principe, Gabriele! 

Salve ostetriche carissime, sono Laura Parisi, mamma di Gabriele, ma anche di Mia e di un altro angioletto volato via troppo presto, il tutto in circa un anno e mezzo. Ma partiamo dalla fine…16/01/2009, la data più bella della mia vita, quando alle 20.35 è venuto alla luce un vitellino di 4.045 kg, Gabriele, un diavoletto con il nome di un Arcangelo. 

Un piccola premessa per farvi capire con quali emozioni ho vissuto quest’evento. A giugno 2007 ho partorito a 22 settimane la mia prima bambina, Mia, catalogata asetticamente MEF. Un parto allucinante, a tratti surreale, pieno di dolore, fisico, ma soprattutto psicologico, io che sognavo quel momento da una vita, ho maledetto ogni attimo. 6 mesi dopo un “banale” raschiamento a 8 settimane, con feto fermo a 5, una “passeggiata” dopo l’esperienza precedente…poi il 6 maggio 2008 il test positivo!! Felicità e paura mi hanno accompagnato durante tutti i 9 mesi, lasciandomi sono nel momento del parto. 

Dunque…rimembriamo!! Venerdì 16/01/09 ore 5: mi alzo dal letto con un mal di schiena appena accennato e lo stimolo a fare pipì; mentre mi asciugo vedo finalmente il tappo! Il mio pupo era già un attimo in ritardo-pacioccoso…stava benissimo nel pancione-, mi avrebbero ricoverato il giorno dopo per indurre il parto, per cui mi sono messa a saltellare di gioia! Sarebbe nato senza induzione!! Non riesco a dormire per cui mi metto al pc e fino alle 8 spippolo allegramente, dando la notizia a tante mie amiche virtuali che facevano il tifo per noi. Poi arrivano le prime contrazioncine, già molto ritmate, e allora vado a svegliare il futuro papà, che mi risponde “ ma è presto! Vieni a dormire!...” Uomini! Chiamo una delle mie meravigliose ostetriche del corso preparto, le spiego la situazione e lei mi dice di aspettare, se ce la faccio il più possibile, per poi andare in ospedale solo se le contrazioni si fanno particolarmente dolorose e ravvicinate. Così faccio colazione, mi faccio una bella doccia, controllo la borsa e intanto si fanno le 11.30. A quel punto preferisco farmi vedere, anche perché per la natura è il mio secondo parto e pare sia più veloce…Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il mio ospedalino, una splendida realtà a misura di mamma e bimbo, non quello del primo parto, e la cosa fantastica è che sono serena, nonostante conosca solo 1'ostetrica, quella che mi ha fatto vedere la struttura. Il mio gine è di Firenze, ma è contento della mia scelta, stima il personale dell’ospedale. 

Arrivo là, mi visitano, ma il collo è ancora chiuso e le contrazioni non sono quelle buone; il medico di turno mi chiede se voglio rimanere o tornare a casa e io scelgo di stare lì, mi sento che non sarà un’attesa lunga. Dalle 12 alle 17 senza un gemito mi faccio tutta la dilatazione, il mio compagno si stupisce del fatto che “domini” le contrazioni, non capisce che il lavoro fatto precedentemente è stato utilissimo, cosicchè sono in grado di sentirle arrivare e di assecondarle con la respirazione. Alle 17 cominciano le danze vere. Mi spostano nella Stanza verde, un ambiente accogliente, una camera vera, con letto matrimoniale e tutti i confort a nostra disposizione. Nostra, perché il papà è con me durante tutto il tempo. Alterniamo camminate a pallone, a massaggi, a posizioni più o meno comode. Alle 18 mi rompono le acque, sperando che il ciccioso smetta di essere pigro e si decida a mostrarsi, ma lui non ne vuole sapere, fa su e giù…io nonostante tutto non sono affatto preoccupata, e, come in uno sdoppiamento, mi vedo dall’esterno e quasi non mi riconosco. Non ho paura per lui né per me, non lo so spiegare…io che ho vissuto una gravidanza terribile, senza lasciarmi andare –o almeno questo era l’intento- a emozioni, che non ho comprato nulla fino a pochi giorni prima, ora mi sento forte e sicura che andrà tutto bene. 

Verso le 18.30 succede l’unica cosa che non mi è piaciuta del mio parto, mi mettono una flebo di ossitocina per velocizzare il tutto…non so perché ma mi è sembrata una forzatura, come se il mio piccolo dovesse nascere prima della fine del turno. Queste contrazioni le odio…non danno tregua e io urlo, sono urla liberatorie, non mi vergogno per niente, mi sembra di essere una tigre…il mio compagno mi guarda con occhi spauriti, non capisce che questa sofferenza non è sofferenza. Ecco forse ci siamo, ma c’è qualcosa che non convince la capo ostetrica, per cui mi fanno andare in sala parto: apro la porta e mi trovo davanti i miei genitori, mia cognata, i miei suoceri con delle facce che non vi dico…comincio a ridere mentre a piedi attraverso il corridoio, portandomi dietro la simpatica flebo ;) 

Salgo sul lettino, mi sento un’otaria gigante, e ricomincio a spingere quando l’ostetrica mi dice “ ferma! Ferma!” e ti sembra facile??? Mio figlio ha deciso di uscire in una posa che ricorda il mese di luglio del calendario di Men’s Health, con il gomito dietro la testa- posizione in cui dorme spesso anche ora-! Brutto fetente!! In un attimo piccola anestesia e…zac! Episiotomia! 2 spinte, le ultime 3 grida – mia cognata da fuori rassicurava i presenti “è come i fuochi d’artificio…ultimi tre botti…ecco…ora è nato!”- ed eccolo…gigantesco, bellissimo, tranquillissimo…comincio a ridere e sento la mia risata che allontana il buio. Ringrazio Mia, perché me la sono sentita accanto durante tutto il percorso, la mia piccoletta che ora ha un fratellone di oltre 4 kg che si lecca le labbra e cerca la tetta. Sì, cerca la tetta perché l’ostetrica me l’ha messo sulla pancia e lui si è arrampicato-stile passo del giaguaro- fino a prenderla…Accanto a noi il papà piange come una fontana, la tensione è stata più per lui che per me! Me lo portano via per le visite consuete e intanto mi danno i punti, ma io non sento nulla, chiedo che si sbrighino, perché rivoglio mio figlio tra le braccia, dove lo terrò per tutta la notte e per tutte le notti, almeno fino ad oggi…cucciolo di una supermammucca (super solo per la durata, eh? Per il resto normalissima e imperfetta mamma come tutte!)

domenica 23 settembre 2012

Il nostro impegno per la Settimana per l’Allattamento Materno (SAM)

Care mamme, cari papà, cari genitori,

vi presentiamo con piacere il gruppo "Io lo Amo, Io lo Proteggo, Io lo Allatto" che testimonia il nostro forte impegno a favore dell’allattamento materno.

L’allattamento al seno offre una meravigliosa opportunità sia alla madre sia al suo “cucciolo”, ci siamo, dunque, poste l’obiettivo di rivolgerci a voi, in maniera semplice, diretta, per catturare la vostra attenzione e divulgare un messaggio di serenità. Sono oggi ancora troppe le donne che non allattano al seno il proprio bambino, ma è certo che l’appoggio familiare e i consigli degli operatori sanitari sono fondamentali per sostenere e mantenere questa opportunità. 
Si tratta di un’iniziativa decisamente originale quella proposta dall’Ostetrica Sara Notarantonio e da noi ampiamente apprezzata, voluta e realizzata: la creazione del gruppo “Io lo Amo. Io lo Proteggo. Io lo Allatto”. È risultata preziosa la professionalità e la collaborazione di 12 Ostetriche provenienti da ogni parte d’Italia, professionisti che hanno un peso determinante nel sostegno e nella promozione dell’allattamento al seno. Questa l'idea, che vogliamo lanciare in occasione della SAM - Settimana dell'Allattamento Materno (1-7 ottobre 2012): abbiamo scritto vari articoli che hanno per tema l'allattamento al seno, tema sempre più ricorrente, scottante e maggiormente discusso. 

Lo scopo di questo gruppo è duplice: 
  1. offrire alla mamma una consulenza competente, supportata da evidenze scientifiche e gratuita, un supporto telefonico e disponibilità di chat in modo da sostenervi, supportarvi e accompagnarvi in questo cammino, non sempre facile, fornendo voi informazioni appropriate affinché possiate prendere le decisioni migliori per la vostra famiglia; fornire indicazioni su come trovare l’ostetrica più vicina alla vostra zona. Internet è sicuramente molto utile, ma non può sostituire una consulenza fatta di persona o al telefono che tenga conto di una vostra esigenza specifica. 
  2. dare un feedback positivo e continuo alle mamme, questo gruppo rimarrà dunque aperto anche dopo la conclusione della Settimana dell'Allattamento Materno. 
Attraverso questo gruppo (ci trovate anche su “Twitter”), si vuole dare voce alla naturalità di un fenomeno fisiologico che la società ha progressivamente trasformato in un ”qualcosa di non buono”. Vogliamo favorire la riflessione e l’acquisizione di preziose informazioni sulla fisiologia dell’allattamento al seno e su come approcciarvi naturalmente a esso, senza che noi operatori sanitari sembriamo severi. Un aiuto concreto, dunque! 

Vogliamo concludere con una citazione de Honorè De Balzac, splendida sull'allattamento: “(…)Far figli è nulla, ma nutrirli significa essere madre ogni momento. Le carezze degli amanti non valgono quelle di due piccoli mani rosse che si sporgono docilmente come per aggrapparsi alla vita". 

Per la SAM - Settimana per l'Allattamento Materno vai sul nostro gruppo "Io lo Amo, Io lo Proteggo, Io lo Allatto" scrivici il tuo racconto sull'allattamento, parlaci della tua esperienza e posta una foto di te e del tuo piccino mentre è al seno :) Farà parte di un video! Diamo voce al latte di mamma!


Ciò che è bene sapere sull’allattamento...

Ciò che è bene sapere sull’allattamento
  • Importanza del primo momento dopo la nascita
  • Importanza delle 24 ore di rooming-in (evitare la separazione mamma-bambino)
  • Come il neonato dimostra di aver fame, come attaccarlo correttamente al seno, le diverse posizioni per allattarlo, come si forma e si produce il latte.
  • I prematuri non sono neonati più piccoli, ma bambini con esigenze ben specifiche. Per il prematuro il latte materno è una medicina, l’allattamento terapia!

Cosa significa convivere con un neonato
  • Essere mamma, 24 ore su 24, è un impegno faticoso
  • La famiglia ed il bambino hanno bisogno di un periodo di adattamento
  • Si impara come tranquillizzare il bambino
  • Il neonato ha necessità di vicinanza, di contatto pelle contro pelle, corpo contro corpo
  • L’allattamento è importante anche durante la notte
  • Ci sono molte differenze tra neonato e neonato e tra le varie coppie mamma-bambino
  • Allattare è una pratica che deve essere appresa tanto dalla mamma quanto dal bambino!

Eliminare le pratiche dannose per l’allattamento al seno
  • Nessun limite di tempo né orario prefissato per le poppate 
  • Niente unguenti per i capezzoli; usare il latte di fine poppata se i capezzoli sono doloranti
  • Niente pasti al biberon o tettarelle o succhiotti
  • Niente alimenti di attesa (soluzione glucosata, tisane, acqua, camomille o aggiunte di acqua)
  • Non pesare i neonati prima e dopo i pasti
  • Eliminare l’uso di paracapezzoli


Ostetrica Maria Alagna (Trapani e Palermo)
Cell 3287304540
E-mail ostetrichesem@hotmail.it
Blog http://passioneostetrica.blogspot.it
Pagina Facebook https://www.facebook.com/pages/Ostetriche-Maria-e-Sonia/464962083519006
Sito web dueostetricheperamiche.jimdo.com/

Pubblicato sul gruppo "Io lo Amo, Io lo Proteggo, Io lo Amo"  al seguente indirizzo: https://www.facebook.com/groups/442752852435242/ 

Fonti:
A. Giustardi – La promozione dell’allattamento al seno – EDITEAM

Banche del Latte Umano Donato

Le donne che hanno molto latte possono compiere un grande gesto d’amore diventando donatrici. Il latte donato serve per i neonati con gravi problemi di salute, dovuti per esempio alla nascita gravemente pretermine, le cui mamme non possono per qualche ragione nutrirli al seno.
Oggi esiste un ampio consenso sul fatto che il latte materno fresco costituisca, così come per il neonato a termine, l’alimento di prima scelta anche per il neonato pretermine. Tuttavia, in particolare per i neonati pretermine ricoverati nelle Terapie Intensive Neonatali, questo può non essere disponibile, soprattutto nei primi giorni dopo la nascita. In queste situazioni l’alternativa più valida è rappresentata dal latte di donna raccolto da madri donatrici. Poiché questo alimento deve presentare le massime garanzie di igiene e sicurezza, in Italia come in molti altri paesi, sono sorte le cosiddette Banche del Latte Umano Donato.

Che cos’è una banca del latte materno
La banca del latte umano donato (BLUD) è un servizio che raccoglie, da mamme donatrici, il latte materno spremuto (LMS) per altri neonati, la cui attività è finalizzata a selezionare, raccogliere, controllare, trattare, conservare e distribuire il latte umano da utilizzare per specifiche necessità mediche. Le procedure operative delle Banche sono definite da specifiche Linee Guida che in Italia sono state elaborate dal gruppo di lavoro della Società Italiana di Neonatologia (SIN). Per far si che il latte sia il più sicuro possibile “alla fonte” bisogna raccoglierlo solo da donatrici sane ed affidabili.

Chi può donare
La selezione delle donatrici deve prendere in considerazione: 

  • lo stile di vita: l’abitudine al fumo, l’assunzione di droghe, l’impiego eccessivo di alimenti che contengono xantine (caffè, thé, coca-cola, cacao) e di alcoolici (30-40 ml di superalcolici, 100 ml  bicchiere di vino, 200 ml di birra); 
  • l’eventuale assunzione di farmaci o sostanze farmacologicamente attive; 
  • l’eventuale presenza di malattie infettive e l’esito di alcuni test sierologici materni. A questo proposito si ricorda che la maggior parte degli agenti infettivi sia virali che batterici passano nel latte umano, ma nella quasi totalità possono essere inattivati dalla pastorizzazione con il metodo di Holder. Per questi motivi, i test sierologici, che si ritiene indispensabile eseguire in occasione della prima donazione di latte, sono quelli per i virus dell’epatite B e C, per i quali non esistono attualmente dati sicuri sull’inattivazione da parte della pastorizzazione Holder. La positività del test sierologico materno per CMV non controindica invece la donazione, in quanto il virus risulta inattivato dalla pastorizzazione. Vengono inoltre effettuati accertamenti bioumorali di screening: emocromo, glicemia, urea, creatinina, transaminasi, ferro, ferritina. È necessario comunque escludere malattie acute in atto e valutare l'eventuale insorgenza di mastite; 
  • trasfusioni di sangue e/o emoderivati, agopuntura, piercing, tatuaggi (con aghi non monouso, in assenza di controllo medico) eseguiti negli ultimi 12 mesi. 
Tutto il latte che giunge alle Banche del Latte deve essere pastorizzato. Il metodo consigliato è quello Holder che prevede il trattamento termico del latte a 62,5°C per 30 minuti e che consente di ottenere un buon compromesso tra sicurezza microbiologica e qualità nutrizionali e biologiche del latte. Infatti con il metodo Holder rimangono invariati alcuni importanti fattori nutrizionali (oligosaccaridi, lattosio, acidi grassi, gangliosidi) altri fattori biologici quali le amilasi e le vitamine A,D,E. Dopo la pastorizzazione, il latte deve essere scartato in caso di crescita batterica di qualunque tipo.

Chi non può donare 
  • le donne che fanno uso di droghe, alcol o sigarette; 
  • le donne che assumono farmaci controindicati in allattamento; 
  • le donne che seguono diete sbilanciate; 
  • le donne positive per epatite B, epatite C, HIV positive; 
  • le donne sottoposte di recente a emotrasfusione di sangue. 
Per quanto tempo una mamma può donare il proprio latte?
Il periodo di donazione è al massimo fino a 3 mesi dopo il parto.

Ogni quanto tempo si deve portare il latte alla Banca?
Si raccomanda di consegnare il latte entro una settimana dalla raccolta. In questo modo si può eseguire una consegna alla settimana.

Come si trasporta il latte da casa alla neonatologia?
Il trasporto del latte deve avvenire nel rispetto della “catena a freddo”,in modo che questo giunga ancora congelato in reparto o alla Banca del Latte; a tal fine possono essere utilizzati congelatori da trasporto, borse termiche con ghiaccio secco o pacchetti refrigeranti. Ogni campione di latte deve essere fornito di etichetta con nome della donatrice, data ed ora di raccolta, oltre al numero progressivo della donatrice stessa.

Che precauzioni deve avere la mamma donatrice?
La donatrice avrà cura di segnalare tempestivamente l’eventuale insorgenza di malattie infettive acute, mastite, micosi del capezzolo e dell’areola, infezioni da herpes simplex o varicella o l’assunzione di farmaci. In queste evenienze, il medico rivaluterà l’idoneità alla donazione.

Hazard Analysis Critical Control Point (HACCP)
Tutte le fasi in cui è articolata l’attività di raccolta, conservazione e trasporto del latte materno per il proprio figlio, cosi come quelle delle Banche del Latte Umano devono essere conformi ai principi dell’HACCP. Questa sigla definisce un sistema di gestione del controllo dei rischi in campo igienico-sanitario, fondato sull’identificazione e sulla sorveglianza dei punti chiave idonei a garantire uno standard di qualità in campo alimentare.

Le banche del latte umano sono attive in molte strutture ospedaliere italiane. L’elenco puoi trovarlo nel sito dell’Associazione Italiana delle Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD): www.aiblud.org

Ostetrica Maria Alagna (Trapani e Palermo)
Cell 3287304540
E-mail ostetrichesem@hotmail.it
Sito web dueostetricheperamiche.jimdo.com/
Pubblicato sul 
Gruppo "Io lo Amo, Io lo Proteggo, Io lo Allatto" https://www.facebook.com/groups/442752852435242/

Fonti:

- Il grande libro italiano del bambino Di Laura De Laurentiis;
- E. Bettino, P. Tonetto, C. Fabris Cattedra di Neonatologia – Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’adolescenza dell’Università di Torino

Grazie a chi ci aiuterà a portare avanti il nostro progetto.